Sunday, November 4, 2012

Rimuovere la tracheocannula: quando e come.

La rimozione della tracheocannula è processo che deve essere affrontato in tutti i pazienti tracheotomizzati che sono svezzati dalla ventilazione meccanica. Abbiamo già trattato l’argomento nel post del 10/03/2012, con particolare riferimento alla grave cerebrolesione acquisita.

Oggi vorrei riprendere ed approfondire il processo di rimozione della tracheocannula.

Se possibile, la tracheocannula dovrebbe essere già rimossa in Terapia Intensiva. Quando questo non è possibile, medici ed infermieri della Terapia Intensiva dovrebbero visitare regolarmente i pazienti dimessi con tracheotomia nei reparti dell’ospedale: in questo modo si può efficacemente rimuovere la tracheocannula anche in corsia senza dover trattenere il paziente in Terapia Intensiva (1).

Il processo di rimozione della tracheocannula è ancora oggi più arte che scienza. Personalmente seguo una strada molto semplice:  nei pazienti svezzati dal ventilatore, valuto tosse e deglutizione (vedi post del 10/03/2012): se queste sono inadeguate, rimando qualsiasi tentativo di decannulazione alla fase riabilitativa. Se viceversa tosse e deglutizione sono efficaci, scuffio la tracheocannula per 2-3 giorni, facendo alimentare il paziente per os: se il paziente resta ininterrottamente in respiro spontaneo durante tutto questo periodo, rimuovo la tracheocannula. Tutto qui.

Non so se questo approccio in realtà sia più semplicistico che semplice: posso però dire che non ho mai dovuto affrontare un’insufficienza respiratoria legata alla rimozione della tracheocannula.

Esistono approcci più articolati al processo di decannulamento. Mi fa piacere presentare il contributo proposto dal dott. Davide Mazzon, direttore della UO di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Belluno.  Qui di seguito l’algoritmo che il dott. Mazzon ha gentilmente messo a disposizione di tutti gli amici di ventilab:

Capping trial

La pervietà delle vie aeree prossimali è valutata con un capping trial: la cannula viene scuffiata e l’estremità esterna viene chiusa (vedi figura a fianco). Se il paziente è in grado di respirare anche in queste condizioni (quindi si accerta la pervietà delle vie aeree), si sostituisce la tracheocannula con una cannula non cuffiata di ridotto diametro. Questo precede il decannulamento definitivo, che avviene dopo 1-2 giorni di respiro spontaneo in parte con la tracheocannula chiusa.

Ritengo che, al di là delle singole scelte, l’importante sia avere un approccio strutturato al decannulamento: bisogna averlo come obiettivo e procedere con uno schema ben preciso.

Mi piacerebbe che su questo tema, in cui l’empirismo prevale sulle evidenze scientifiche, ci fosse uno scambio di esperienze e commenti: in questo modo la comunità di ventilab può favorire la diffusione di una buona pratica clinica nel processo di decannulamento.

Un saluto a tutti.

 

Bibliografia

1) Tobin AE et al. An intensivist-led tracheostomy review team is associated with shorter decannulation time and length of stay: a prospective cohort study. Crit Care 2008, 12:R48

 

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